Lo Stato rappresenta tutti i cittadini. Le sue istituzioni e tutte le persone che ci lavorano sono interamente pagate, con i soldi della popolazione, pertanto devono essere a completa disposizione, per risolvere in maniera ottimale, ogni singolo problema, di ogni singola persona. Vi sembrano frasi banali, ma nella realtà è veramente così? vediamo il nostro primo caso concreto.
Per una volta, non vi parleremo di sprechi, errori più o meno gravi, soprusi, abusi, fallimenti che in molti casi hanno conseguenze tragiche. Questa volta vi parleremo di come i vari Stati, le varie istituzioni, e tutte le persone coinvolte in una triste e drammatica vicenda, abbiano fatto la cosa peggiore: alcune istituzioni, e coloro che ci lavorano, hanno trasgredito le Leggi, oppure, hanno permesso che questo accadesse senza muovere un dito, e infine non hanno neanche avuto il buonsenso di rispondere ai vari appelli, di una persona disperata e della sua famiglia. Non hanno neanche risposto, quindi, a chi contribuisce a pagare i loro spesso enormi, e non meritati stipendi, e i contributi, per le loro future, enormi pensioni.
Trasgredire la Legge, anche in maniera involontaria, è esecrabile, e dovrebbe comportare l’immediato licenziamento di chi si rende colpevole di tali comportamenti. Ma farlo sapendo di farlo, oppure non impedire che altri lo facciano, è gravissimo, e oltre al licenziamento immediato, dovrebbe prevedere delle penalità. Non siamo cattivi, e non siamo esagerati, siamo semplicemente giusti.
Questo articolo informativo è per la prima volta, anche un comunicato stampa, a livello internazionale, continentale (soprattutto europeo), ma anche nazionale in Italia e Romania.
È interamente scritto, da DirectDemocracyS, un sistema innovativo e alternativo, che ha al suo interno un’organizzazione politica, nata per cambiare e migliorare il mondo.
A differenza di tutte le altre forze politiche, che credono che la politica, sia principalmente la gestione del potere, della ricchezza, e delle istituzioni dello Stato, per interessi di sé stessi, e di poche lobby e persone, ricche, potenti e famose, questi “pazzi”, “visionari”, credono che il compito principale della politica, sia risolvere i problemi di tutta la popolazione, senza nessuna preferenza. Questo comunicato stampa, avrà anche una conseguenza: faremo una lista completa, di tutti media e le varie agenzie, ma anche di giornali, televisioni, radio, blog, influencer, e tutti i mezzi di comunicazione, che abbiamo contattato, e vicino a ciascuna di queste, metteremo: si, lo ha pubblicato, oppure, no non l’ha pubblicato.
Quindi distinguerete i buoni dai cattivi, esattamente come facciamo, con tutte le istituzioni, e i rappresentanti contattati, che abbiamo contattato, per i quali scriveremo: ci hanno risposto, oppure non ci hanno risposto, e infine ci hanno aiutato, oppure non lo hanno fatto.
Perché ai cittadini, serve sapere chiaramente, di quali mezzi d’informazione fidarsi, e di quali non fidarsi, e la stessa cosa vale per le varie istituzioni e di chi ci lavora.
Sia chiaro a tutti non è un ricatto, queste sono cose che fanno altri, noi, semplicemente vi offriamo, forse per la prima volta, i mezzi per decidere in maniera informata, su chi siano i buoni e i cattivi. Non è una vendetta contro nessuno, e i cittadini hanno tutto il diritto di sapere. Per motivi di privacy, tutti i nomi sono stati volutamente esclusi, ma tutte le istituzioni, riceveranno i nomi e cognomi di ogni singola persona coinvolta.
Questa premessa, vogliamo sia pubblicata e resa interamente, in maniera obbligatoria, insieme alle parti seguenti.
Perché un semplice caso, di illegalità, ingiustizia, e soprusi, è così importante per noi, che lo segnaliamo, e per coloro che riceveranno questa informazione?
Semplicemente, perché prima o poi, potrà succedere a chiunque, e vogliamo che non succeda mai più, e che mai più nessuno si senta abbandonato dalle istituzioni e da chi ci lavora.
Di che cosa tratta questo caso?
Di due paesi, Italia e Romania, che firmano un trattato, ai più alti livelli, ratificato dai rispettivi parlamenti, e legalizzato dai rispettivi Capi di Stato, che prevede di evitare e prevenire la doppia tassazione, per i cittadini e le imprese. State tranquilli, non è un caso noioso, e neanche troppo tecnico, ma sicuramente sarà utilizzato come casistica, su questo specifico caso, e magari obbligare i legislatori e i loro esperti, ad essere più chiari, e più efficienti, per prevenire altre simili attività.
Una cittadina rumena, nata in Romania, da genitori rumeni, si innamora di un italiano, che incontra per caso a una festa. Purtroppo per i 2 protagonisti, in Romania c’era il regime dittatoriale comunista, che non solo rinnegava e impediva la religione, ma cercava di ostacolare, inutilmente, anche le forza più grande e potente dell’intero universo, l’amore.
Il regime comunista ha dato alla giovane donna, nel 1977, un passaporto, l’ha etichettata come “traditrice dello Stato”, e le ha tolto la cittadinanza rumena. Per fortuna, per la sposa, le autorità italiane, grazie al matrimonio, le hanno dato in maniera giusta, direttamente la cittadinanza italiana.
Forse al momento giusto, scriveremo un libro, su questa bellissima storia d’amore, perché è molto interessante, e perché l’amore fa vendere molti libri, non siamo ipocriti, e dobbiamo riconoscerlo. Ma in questo caso cercheremo di essere brevi.
Dalla loro storia d’amore che è durata per tutta la vita, sono nati due bambini, che ovviamente, hanno dovuto subire molti soprusi dallo Stato rumeno, che cercava in tutti i modi di creare gravi problemi.
La ragazza rumena, ha lavorato tutta la vita in Italia, ha versato tutti i contributi in Italia, ed è andata in pensione.
In tutte le viste ai suoi parenti in Romania, negli anni difficili del comunismo, ma anche dopo la caduta del dittatore Ceausescu (fino all’adesione nel 2007 della Romania all’Unione Europea), l’intera famiglia, padre italiano, madre rumena, e figli metà rumeni metà italiani, per entrare nel paese di nascita, pagavano regolarmente il visto d’ingresso, nel paese dove tutto era iniziato.
Dopo essere andata in pensione, e dopo la morte di suo marito, la protagonista della nostra storia reale, ha deciso di avere una residenza in Romania, ospitata a casa del suo figlio maggiore. Per una questione di amore per le proprie radici, ha richiesto, e ottenuto, la cittadinanza, che il regime comunista le aveva ingiustamente tolto.
Viveva la sua vita da pensionata, tra Italia e Romania, avendo ovviamente il centro d’interesse in Italia, dove è attualmente sepolto il marito, pur passando 4 oppure 5 mesi all’anno in Romania dal figlio. Aveva pensato, in futuro, quando non sarà più in grado di viaggiare, di venire a vivere, in maniera definitiva in Romania, per essere seppellita nel suo paese di nascita, ovviamente, portando con sé anche l’amore della sua vita, il suo unico marito.
Durante uno di questi soggiorni, si è resa conto che le era scaduta la carta d’identità italiana. Per ottenerne una, anche in previsione, nei prossimi anni, di un suo trasferimento definitivo in Romania, si è iscritta all’AIRE (anagrafe italiani residenti all’estero), e si è recata al Consolato italiano di Arad, per rinnovare la carta d’identità.
Ovviamente, avendo i suoi centri d’interesse, in Italia, e la tomba del marito, nel cimitero di una piccola cittadina sugli Appennini bolognesi, continuava a mantenere la sua residenza fiscale in Italia (non avendo fatto mai documenti per rinunciare ad essa), pagando mensilmente tutte le tasse, tassate alla fonte dall’INPS (ente pensionistico italiano) e facendo regolarmente la dichiarazione dei redditi in Italia (tramite il sindacato CGIL, pagando ovviamente mensilmente, per questo servizio, tramite trattenute sulla pensione).
La situazione da chiara, e normale, si trasforma in incubo, anormale.
In un comunicato da parte dell’ANAF (agenzia delle entrate rumena), si avverte la signora che risultano redditi ottenuti dall’estero.
Immediatamente, il figlio della signora telefona all’ANAF, per dichiarare che sua madre non ha la residenza fiscale in Romania, e non l’ha mai chiesta, che dichiara i redditi in Italia tramite il sindacato CGIL, e che i suoi redditi sono tassati alla fonte dall’INPS, e che sapeva dell’esistenza della Legge, per prevenire e vitare la doppia tassazione, in vigore tra Italia e Romania.
Circa un mese dopo il primo comunicato da parte dell’ANAF, arriva una richiesta ufficiale di pagamento, per le tasse sulla pensione (malgrado siano già dichiarate e pagate in Italia), per l’anno 2018.
A questo punto, in questa triste vicenda, diventano protagoniste, e assolutamente colpevoli, tutte le autorità italiane coinvolte, prima fra tutte l’Agenzia delle entrate, che in maniera furba, e spregevole, dichiara che la signora essendo iscritta all’AIRE, non risulta residente fiscalmente in Italia. Però l’Agenzia delle entrate riceve e registra regolarmente le dichiarazioni dei redditi della signora (tramite il sindacato della CGIL), e soprattutto tramite l’INPS che tassando alla fonte i suoi redditi, fa entrare nelle casse dello Stato italiano, circa il 25% delle tasse sulla pensione italiana, della signora, che non ha altre fonti di reddito.
Invece la colpa dell’ANAF, e di tutte le persone coinvolte in questa illegalità, che ci lavorano, è che pur vedendo i cedolini della pensione, per l’anno 2018, dai quali risultano tutte le trattenute alla fonte, di tutte le tasse dichiarate e dovute dalla signora, pur sapendo che la signora non ha mai richiesto, e mai ottenuto, la residenza fiscale in Romania, e pur sapendo, che il medico di famiglia, e le medicine della signora (pochi euro al mese), sono interamente pagati dall’Italia, è quella che pur sapendo bene dell’esistenza del trattato per vitare le doppie imposizioni, e della prassi, specificata in questo trattato, che le tasse sulle pensioni pubbliche, vengano tutte tassate alla fonte, nel mese di luglio 2025, sequestra tutti i soldi i lei rumeni (pochi perché la signora non ne aveva tanti), e anche circa un terzo dei pochi soldi in euro, da un conto corrente rumeno, presso una banca rumena che non nominiamo, per non fare pubblicità.
In poche parole, pur avendo tutte le prove, e pur sapendo di andare contro la Legge votata da 2 Parlamenti (tra cui il proprio), i funzionari rumeni che hanno ordinato, un sequestro che non solo ha portato via gran parte dei pochi risparmi di una povera signora, innocente, che aveva regolarmente dichiarato e pagato le tasse in Italia, ma quasi il doppio di quanto teoreticamente dovuto, perché hanno aggiunto penalità varie dal 2018, al 2025.
La signora vendendosi rubare i propri soldi, in maniera illegale, ingiusta, e squallida, senza neanche ricevere e firmare di aver ricevuto, un avviso, e poi una successiva dichiarazione di avvenuto sequestro, ha avuto un mancamento, e con i suoi problemi di salute, ha rischiato moltissimo. Potremmo anche ricordare, che la signora, con parte della sua piccola pensione, paga tutte le spese (corrente elettrica, acqua, telefono, raccolta dei rifiuti), e aiuta finanziariamente, ma anche con alimenti, vestiti, e altre cose, una sorella, ipovedente, e malata, che vive in Romania, con una pensione sociale. Quindi svolge, senza averne nessun obbligo, un ruolo che lo stato rumeno, non svolge. Le 2 frasi precedenti, le autorità rumene e italiane coinvolte, e tutti coloro che sono stati colpevoli della triste vicenda, non la conoscono ma noi di DirectDemocracyS, al momento giusto, vi forniremo tutte le prove di queste affermazioni, come lo faremo, con ogni parola, di ogni singola frase di questo articolo, e nelle sedi opportune, faremo nomi e cognomi.
La signora ha chiesto (tramite suo figlio, che il legale rappresentante, che ha chiamato immediatamente la sede ANAF del distretto del Bihor) all’ANAF: per prima cosa, di che cosa è accusata? Se è considerata evasore fiscale, oppure, di aver nascosto delle fonti di reddito? In secondo luogo, ha chiesto quali prove abbiano, e su che cosa basino, la loro certezza, che queste somme non siano state regolarmente dichiarate, e pagate in Italia? Se ritengono legalmente, eticamente, e moralmente corretto, pur sapendo, e avendo tutte le prove (cedolini della pensione, e tutte le dichiarazioni necessarie), di aver trasgredito una Legge, che prevede di prevenire la doppia tassazione?
La risposta, registrata e che sarà utilizzata come prova, e come aggravante, al processo che inizierà presto, da parte di chi lavora all’ANAF Bihor è stata appunto: l’unica soluzione che avete è denunciarci in tribunale.
Quindi per chi lavora per un ente così importante, l’unica modalità per avere giustizia, è andare in tribunale? Bene, lo faremo, e noi di DirectDemocracyS, e tantissimi altri enti coinvolti, daremo alla signora, e a chiunque si trovi in situazioni simili, tutto l’aiuto morale, materiale, e legale, di cui avrà bisogno.
Lo Stato, le sue istituzioni, e chiunque ci lavori, sono al servizio dei cittadini, e non sono mai al di sopra della legge.
Infatti, su nostro consiglio, la signora ha immediatamente denunciato le autorità rumene, e la persona che ha firmato il documento di sequestro dei soldi (faremo il suo nome al momento giusto, e al processo dovrà risponderne), al SOLVIT, una importante agenzia della Commissione Europea, che ha il compito di aiutare le persone, i cittadini, a denunciare e ottenere giustizia, quando le autorità dei vari Stati, compiono simili soprusi, e di favorire la risoluzione di simili gravissimi casi.
Ma non solo, abbiamo immediatamente preparato un materiale, questa volta con nomi, cognomi, prove, e tutti i dettagli, da inviare a tutte le autorità Europee, italiani e rumene, che hanno la possibilità di intervenire, e fornire supporto, a questa signora, e a tutte le signore e signori, che saranno in simili spiacevoli, ed esecrabili situazioni.
Nel prossimo articolo, quindi, vi forniremo ulteriori dettagli, e soprattutto una lista completa di tutte le istruzioni che abbiamo informato, e alle quali abbiamo richiesto di intervenire in questo caso. Vi forniremo anche la lista di chi ci ha risposto, e delle soluzioni proposte, e infine la lista di chi, pur pagato anche con i tanti soldi, che addirittura due paesi prendono dalla signora, ha preferito far finta di niente, ignorando i nostri messaggi. Perché lo facciamo? Non certo per ricattare nessuno, e neanche per obbligarli a intervenire, ma solo, per obbligarli a fare il lavoro, per il quale sono pagati, con le tasse di tutti noi.
Lo stesso discorso, noi di DirectDemocracyS, lo applichiamo anche per tutte le varie fonti d’informazione, multimediali, giornali, radio, televisioni, agenzie di stampa, e con tutti coloro che si occupano di informazione, anche i semplici cittadini, che non voglio restare inermi, a guardare tutte queste ingiustizie. Diffondere la verità, e aiutare i più deboli, contro i più forti, è uno stile distintivo della nostra organizzazione politica, e di tutto il nostro sistema, basato sulla logica, sul buonsenso, e sul rispetto reciproco di tutte le persone.
Nel prossimo articolo, vi faremo la lista completa, di chi è stato contattato, e di chi ci ha risposto, e in quale modo, affinché i cittadini possano sapere chi ha a cuore il bene di uno di loro, e quindi di ognuno di loro, che dovesse mai trovarsi, nella difficile situazione, di essere in regola, e dover faticare, per affermare i propri diritti.
Pensateci prima di ignorare questo nostro messaggio, perché potrebbe capitare a ognuno di voi. Sappiate comunque, che DirectDemocracyS, ascolterà ogni vostro problema, e indagherà sulla sua autenticità, e se avrete ragione, tutti noi, e siamo tantissimi, faremo tutto il necessario per aiutarvi, sempre e senza nessuna discriminazione.
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